Healing Organizations: cosa sono?
Quando il business porta felicità
Le Healing Organizations sono organizzazioni capaci di promuovere e dare forma al bene di tutti (dipendenti, clienti, fornitori, comunità, ambiente), generando anche un profitto. Ribadisco: il profitto è un’(auspicabile) conseguenza, non lo scopo. La missione delle Healing Organizations, infatti, è attenuare la sofferenza e favorire la felicità; cercano quindi di apportare un continuo miglioramento alla qualità della vita di tutti gli stakeholder coinvolti, realizzando profitti e accrescendo così il proprio impatto positivo.
Cosa significa healing?
Il verbo, dall’ inglese, si traduce curare, risanare, restituire integrità, ripristinare lo stato di salute. Infatti, secondo Raj Sisodia e Michael J. Gelb, autori del best seller “Healing Organization – risvegliare la coscienza del business per salvare il mondo”, l’economia e il business devono assumersi l’arduo compito di riorientare il focus verso la gentilezza, la bellezza e la bontà, mettendoci del proprio per trovare soluzione ai principali problemi (sociali, ambientali, economici) che colpiscono il nostro secolo.
Che il lavoro, al giorno d’oggi, sia spesso causa di ansie e ingiustizie è ormai chiaro e sarebbe inutile negarlo. L’idea di business a cui siamo sempre stati abituati è ormai superata (o almeno dovrebbe esserlo) e inefficace, simile ad un sistema operativo che non può più essere aggiornato e, quindi, genera malfunzionamenti. Nel loro libro, gli autori non parlano di un’utopia, di un concetto astratto e distante dalla realtà; al contrario, ci raccontano qualcosa che è possibile, che è già in atto, grazie alle aziende (e agli imprenditori) che hanno abbracciato la filosofia di pensarsi come forze riparatrici della sofferenza presente nel mondo, piuttosto che esserne causa.
Le Healing Organizations non sono una delle tante mode manageriali, ma una via possibile e soprattutto vantaggiosa da seguire per chi desidera avere aziende profittevoli (condizione indispensabile), ma anche sane, che diffondano benessere intorno a loro, creando un forte senso di appartenenza che, a sua volta, influenzi positivamente molti aspetti della vita aziendale: turn over, assenteismo, qualità dei prodotti, customer service, ecc.
Al di là delle loro differenze, possiamo individuare tre principi che caratterizzano le Healing Organizations:
- Assumersi la responsabilità morale di prevenire e ridurre il malessere non necessario (si avvicina molto al concetto latino del primum non nocere, ‘per prima cosa non nuocere’, presente nel giuramento di Ippocrate)
- Identificare nei dipendenti i nostri primi stakeholder (ovvero, i primi interessati, i primi su cui ricadono le conseguenze di ciò che facciamo, e non solo una pedina del gioco)
- Individuare, trasmettere e vivere secondo i principi dell’healing purpose (ovvero avere lo scopo di curare, di generare benessere, di apportare continui miglioramenti)
È un messaggio senz’altro rivoluzionario, ma assolutamente urgente e di vitale importanza, poiché è lampante che l’equazione “business=generazione di profitto” non sia solo datata, ma anche potenzialmente nociva, in primis per l’azienda stessa.
È giunto il momento che le aziende riprendano il loro ruolo di generatrici di benessere diffuso, per poter costruire un futuro migliore per loro stesse, per l’ambiente, per la comunità che influenzano, per il territorio che le accoglie e per tutti coloro che contribuiscono al suo funzionamento.