Chi deve occuparsi di sicurezza psicologica nelle aziende?
Se la risposta fosse “tutti”?
Ormai non è più una questione di “se”, ma una questione di “chi”. Chi deve preoccuparsi di abbassare il livello di paura nelle organizzazioni? Chi deve adoperarsi affinché i dipendenti siano messi nella condizione di parlare, fare proposte, esprimere dubbi, ammettere errori?
Ma quindi chi si occupa della sicurezza psicologica in azienda?
I CEO? Gli HR? I Manager?
Una cosa è assodata: sino ad oggi il tema della sicurezza psicologica nei luoghi di lavoro è stato ignorato. E un motivo si identifica facilmente: la maggior parte dei training sulla leadership sono sempre andati a toccare le competenze individuali, mentre la sicurezza psicologica è una dinamica di team e migliorarla necessita di interventi a livello di gruppo.
Il nostro cervello è addestrato per tenerci alla larga dai problemi, ma se lo alleniamo a riconoscere il vantaggio di portare un certo tipo di problemi all’interno del team, allora la via è spianata e parlare di errori e insicurezze diventa un plus.
Ecco perché influenzare e cambiare le dinamiche di gruppo diventa una questione di leadership diffusa all’interno dell’intera organizzazione. Diventa un onere di tutti gli stakeholders e richiede pratiche sia personali che di gruppo. Certo, stiamo parlando di temi complessi, ma di fatto si tratta di muscoli da allenare ogni giorno, così come alleniamo altre competenze.
La sicurezza psicologica è il risultato di comportamenti precisi
La sicurezza psicologica è in realtà un prodotto di gruppo, il risultato di situazioni concrete la cui responsabilità non si può delegare. È di tutti – tua, mia, nostra ogni qualvolta coordiniamo un’attività.
Manager e leader sono al primo posto perché hanno la possibilità di far nascere questo pre-requisito proprio per il ruolo che ricoprono. Certo, deve cambiare il comportamento “classico” dei manager, che si dovranno aprire alle critiche o tollerare maggiormente gli errori degli altri.
Quante volte ti è capitato di sentire un manager parlare tutto il tempo, non lasciando spazio a nessun altro durante una riunione? Si tratta di prassi vecchie, che alla luce di problemi nuovi non aiutano a risolverli.
Tre suggerimenti per cominciare
Come si può fare? Alcuni interventi sono semplici e alla portata di ogni organizzazione, anche della tua.
Vediamone alcuni:
- Crea uno “spazio” dove ciascuno possa esprimersi liberamente, contribuire e sentirsi alla pari. In questo modo puoi mettere in atto non solo un’operazione di democrazia, ma a tutti gli effetti una leadership allargata e diffusa.
- Comincia a delegare. Oggi le aziende chiedono alle persone di rendersi responsabili e autonome, ma poi non danno nessuna delega, nessuno strumento per potersi assumere la responsabilità o agire in autonomia. La sicurezza psicologica diventa in questo contesto uno strumento ancora più fondamentale che va nella direzione dell’agilità e puoi usarlo senza imprimere cambiamenti all’organizzazione dell’azienda. Ciò che serve è invece agevolare la presa di decisioni, indirizzare l’imbocco di una strada.
- Aggiorna il modo di gestire le riunioni. Quando l’incontro è indetto perché c’è una matassa da sbrogliare, presentati senza una proposta risolutiva e avvia una conversazione che stimoli il contributo di tutti. Potresti accorgerti che la soluzione arriva da chi meno te lo aspetti.
I singoli individui hanno le loro responsabilità, così come ce l’ha l’azienda ed è quella di creare lo spazio per lavorare in questa direzione. Manager e persone devono imparare a utilizzarlo.
Se vuoi sapere come possiamo aiutarti a implementare la sicurezza psicologica nella tua organizzazione leggi qui.